Leggiamo una parte di un versetto dalla seconda Lettera di Paolo a Timoteo (capitolo 1, versetto 12).

È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto!

Ogni mese, prima di partire per l’evangelizzazione, siamo soliti radunarci per pregare e leggere un versetto dalla Parola di Dio, come esortazione e incoraggiamento riguardo alla attività che di lì a poco andremo a fare. Questo versetto è quanto abbiamo letto questo mese.
Paolo insegna che ogni cristiano dovrebbe vivere testimoniando Dio e la Parola del Vangelo. Questo esempio di servizio è stato inaugurato da Gesù Cristo e rappresenta un modello che ogni cristiano dovrebbe seguire e imitare. Paolo fece come Gesù e così dobbiamo riconoscere che anche noi siamo chiamati a fare lo stesso. Questa chiamata rappresenta certamente un onore e un privilegio, d’altronde stiamo facendo un servizio al Dio eterno, sovrano dell’universo; tuttavia, come la Parola oggi ci ricorda, tutto questo non è senza sacrificio e privo di dolore. A Timoteo, Paolo rammenta che il suo cammino di vita è circondato da prove e sofferenze. Non solo. Ammette che queste sono interamente dovute al fatto che egli è un servitore di Gesù e un predicatore della Parola. Sei soffri per il tuo seguire Cristo, non vergognartene, è anche un pensiero che esprime Pietro. “Se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome” (1 Pietro 4:16). Non vergognamoci del bene che facciamo e dell’amore che diamo! Non vergognamoci di ammettere che questo è possibile grazie a quello che Dio ha fatto per noi! Non vergognamoci di Dio e della chiamata che ci ha donato nel seguirlo e nell’appartenere alla Sua santa famiglia, anche se questo comporterà abnegazione e dolore. Quanti vivono per Dio un giorno godranno con Lui!
La assenza di vergogna, di cui Paolo parla, egli non la esprime parlando di sé, delle sue abilità e del suo coraggio. Egli dice: Non me ne vergogno perché so in chi ho creduto! In primo luogo, Paolo CONOSCE Dio davvero e conoscendolo sul serio non può che fidarsi, confidare sempre in Lui e in quello che dice. In seconda istanza Paolo fa dipendere la mancanza di vergogna dal credere proprio in Dio. Insomma, la sua forza non deriva dalla sua persona ma dalla capacità di un grande Dio!
E allora anche noi sappiamo in chi abbiamo creduto!

Dio ci benedica