Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno, prestando servizio come soldato, s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole. Il lavoratore che fatica dev’essere il primo ad avere la sua parte dei frutti. Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa. (2 Tm 2:1-4)
È un periodo in cui siamo tutti spaventati. Le notizie non sono molto buone: pandemia, guerra, crisi energetica, mancanza di lavoro, disoccupazione, crash delle borse chi più ne ha più ne metta.
La nostra mente viene riempita da tutte queste notizie e si va in crisi con molta facilità. Ognuno di noi è influenzato inevitabilmente da quello che ascolta: le parole, le informazioni, le notizie hanno il potere di cambiarci la vita, la giornata, l’umore.
E allora cosa bisogna fare?
Da che mondo è mondo, le brutte notizie ce ne sono sempre state, ma nel nostro tempo si sono accentuate soltanto perché noi abbiamo la televisione, la radio, i giornali, internet, i social.
Da quando l’uomo esiste ci sono stati sempre problemi (per par condicio da quando esiste la donna), ma allora come fare? come agire nel nostro mondo, nel nostro secolo?
Come credenti come ci relazioniamo? Come si comporta il credente?
Il credente vive affrontando le situazioni e vincendole, perché ha le radici in Gesù che è venuto a cambiarci la vita, affinché sia te che io potessimo avere una vita diversa.
Il nostro modo di pensare è diverso: se nei nostri discorsi iniziamo a dire oddio come dobbiamo fare, oppure ci lasciamo andare e diciamo Oh Che disastro, lasciamo spazio alle preoccupazioni e rischiamo che prendono il sopravvento.
L’intenzione di Dio è quella che tu e io possiamo essere stabili, attenzione non mi fraintendete, non sto dicendo che non ci saranno momenti in cui potrei essere destabilizzato, non sto dicendo questo, perché siamo esseri umani anche noi, ma la sostanza della nostra fede si misura davanti alle difficoltà.
Se ci sentiamo in qualche modo chiamati in causa, pensiamo che era lo stato d’animo in cui stava vivendo un grande servo del Signore, Timoteo.
Paolo, da padre spirituale, gli scrive: fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù.
Paolo, parla a Timoteo, anche noi ne stiamo parlato moltissimo negli studi.
Timoteo era un giovane chiamato ad avere una responsabilità. Paolo ha visto in questo ragazzo quello che Dio vede in ognuno di noi, anche se spesso diciamo non so cosa fare da grande non so cosa fare nella chiesa.
Dio, invece, vede in te una potenzialità. Questa potenzialità non è da usare in maniera autonoma, Dio ti userà, Dio agisce nella chiesa e attraverso la chiesa.
Dio ama vedere i suoi figli insieme.
Paolo parla a Timoteo che tra l’altro ha un carattere molto timido. Timoteo sta vivendo un’esperienza particolare.
Era stato in missione con Paolo e impara da Paolo.
L’apostolo gli ha poi affidato una comunità ad Efeso e lì Timoteo inizia ad avere problemi: problemi sociali derivanti dall’impero romano, dalle altre religioni, dalla cultura e filosofia greca.
Praticamente non c’era nulla di nuovo rispetto ad oggi. La Bibbia dice che non c’è niente di nuovo sotto il sole, ma dalle lettere emerge un insegnamento base, su cui Paolo esorta continuamente Timoteo e noi: il vangelo è il fondamento della vita del credente.
AMEN
La chiesa esiste perché c’è il Vangelo e la chiesa è il risultato dell’azione del Vangelo vedete quanto è importante?
Gesù muore per la tua salvezza, ma la tua salvezza è vista nella prospettiva della chiesa.
La chiesa esiste perché c’è il vangelo e la chiesa è la risposta all’azione del Vangelo, quindi chiesa e vangelo vanno insieme.
Paolo parla a Timoteo, insegna a Timoteo, scrive a Timoteo: il Vangelo deve essere nella chiesa.
Sembra un insegnamento ovvio, ma non è proprio così ovvio.
Abbiamo spesso sentito dire che le chiese devono essere attente ad un pericolo in particolare: il mondo, che il mondo non deve entrare nelle chiese. Ma cosa si voleva dire?
Siamo chiamati ad alzare l’attenzione perché il mondo potrebbe annacquare la verità del Vangelo, potrebbe annacquare la potenza di Dio, il rischio è entrare nel compromesso.
E allora cosa fa Paolo da buon padre di famiglia? E’ come se vedessimo nostro figlio abbattuto o nostra moglie cosa faremmo?
Paolo fa esattamente quello che faremo noi padri: ci avvicineremo a nostro figlio, anche se Paolo essendo in carcere non poteva e diremmo cosa c’è che non va?
E risponderemo con le parole di oggi: figlio mio fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù.
Ti incoraggio Timoteo, fortificati e poi considera le cose che ti dico.
Paolo stava insegnando a Timoteo l’unica cosa importante davanti alle situazioni che viviamo e che ci destabilizzano: fortificarsi nella grazia.
La forza della vita cristiana è la grazia di Dio.
Essere forti per affrontare le cose è importante, ma altrettanto importante è sapere come fortificarsi.
Etimologia: fortificazióne s. f. [dal lat. tardo fortificatio -onis, usato solo in senso astratto]. – 1. Il fortificare, il fortificarsi. In partic.: a. Nella tecnica milit., l’insieme di operazioni che mirano a diminuire l’efficacia offensiva delle azioni avversarie, giovandosi delle caratteristiche naturali del terreno e modificandole opportunamente con apprestamenti tecnici.
Un esempio su tutti è la muraglia cinese, che immagino la maggior parte di noi conosca: più di 8000 km di mura, che arriva a 21000 con tutte le derivazioni. E’ nata con un doppio scopo, anche se ne conosciamo solo uno.
Uno era a scopo difensivo perché in quel tempo l’imperatore stava cercando di unificare il regno contro gli attacchi Nomadi, in particolare gli Unni. Quindi questa Muraglia è stata costruita con lo scopo di difendere l’unità del regno, ma la seconda motivazione per cui è stata costituita, meno conosciuta, era quella riflessiva.
Cioè mentre subivano o potevano subire un attacco c’era il tempo di riflettere come agire.
Il senso di fortificarsi è proprio questo: non soltanto diventare forti per resistere, perché non serve a niente proteggersi quando non sai come agire.
Ecco allora che Paolo dice a Timoteo: fortificati, ma in che cosa? Nella grazia.
Forse Paolo, da bravo ebreo, aveva in mente come Dio aveva protetto il popolo d’Israele quando uscì dall’Egitto.
Ricordate come Dio proteggeva il popolo?
Erano due gli eventi chiari: c’era una protezione visibile la colonna di fuoco che tutti vedevano, gli egiziani, i popoli vicini, perché Dio era la protezione di allora come oggi, solo che in quel tempo la protezione era visibile attraverso questa colonna di fuoco o la nuvola che si poneva sopra di loro o attorno a loro, ma sapete che c’era anche una protezione invisibile allora come oggi attorno ai credenti.
Dio non è cambiato, Paolo dice a Timoteo, fortificati, ma questa considerazione dell’essere protetto, dell’essere forte, nasce proprio in Dio.
Dio non lascia e non abbandona i suoi.
Nel libro di Giobbe ci viene raccontato una cosa interessantissima: a un certo punto, non so se ricordate la storia, i figli di Giobbe muoiono, i muri cadono su di loro, vengono popoli vicini e li uccidono e c’è tutto un dramma attorno a Giobbe (un disastro, notizie brutte, morti in famiglia).
Giobbe deve fortificarsi nel Signore e nel versetto 10 del capitolo 1 Satana dice: Non l’hai forse circondato di un riparo?
In terra c’è una protezione invisibile e nel colloquio tra Dio e Satana trapela una frase che dice tutto sull’intenzione di Dio di proteggere il suo popolo: non hai messo tu un riparo attorno a lui? Se la colonna di fuoco era una protezione visibile, se la nuvola era una protezione visibile, c’è anche una protezione invisibile sulla vita dei credenti.
Giobbe questo lo sapeva e anche il mondo spirituale lo sapeva, tanto che il diavolo disse a Dio: Tu lo stai proteggendo.
Per noi deve essere una certezza che Gesù è con noi.
Dio non vuole che rimaniamo in preda alle notizie. Il rischio è che la mente venga presa e rimuginandoci non otteniamo pace perché non riusciamo a mettere da parte i pensieri negativi e così facendo non mettiamo la radice sulle cose giuste e di conseguenza anche la vita quotidiana si rovina.
Si rovina il rapporto con la moglie, con il marito, con la fidanzata, con il fidanzato e con la comunità. Si rovinano tutti i rapporti, perché non si ha la calma.
L’intenzione di Dio, al contrario, è che ci fortifichiamo.
Il bisogno di sicurezza è innato nella nostra vita.
Appena nasciamo, siamo subito presi e protetti dai genitori, man mano vogliamo sentirci sicuri, in noi nasce il desiderio di sentirsi sicuri.
E’ fondamentale sapere, però, da dove l’uomo trae sicurezza. Da recenti studi è emerso che l’uomo prende sicurezza dalle abitudini e dal controllo delle cose.
Le abitudini ci danno la sicurezza e molti credenti la sicurezza la trovano nelle abitudini e perdono la fede perché la fede si oppone all’abitudine.
La fede dipende da Dio, non dalle circostanze.
Paolo lo sta dicendo: ci saranno sempre i romani oppure una crisi , o un’altra pandemia, sarà altro ma quello che conta veramente è fortificarsi nel Signore.
Un altro esempio è stato Neemia, un uomo che ha preso forza in Dio.
Quando ha saputo della sua città che era devastata, riesce ad andare a Gerusalemme.
Prima di costruire il tempio, eregge le mura perché le mura sono l’elemento di protezione e questo è una grande strategia per la vita dei credenti.
Ognuno di noi ha bisogno di costruire delle mura attorno: non delle mura che ci chiudono, non delle mura che ci imprigionano, no delle mura che ci distacchino dagli altri tanto da impedirci la comunione, la relazione, il dialogo, non queste mura ma mura che sanno resistere alle avversità, sono mura che parlano di fiducia in Dio.
Dobbiamo stare attenti, iniziamo a costruire bene, ma il rischio è a cosa ci esponiamo e rischiamo che il buon deposito ci venga derubato.
Paolo dirà proprio questo a Timoteo: custodisci il buon deposito.
Ma che cos’è questo deposito?
Sta parlando dell’Opera del Signore, della Grazia, della bontà di Dio.
Oltre Neemia, ci sono molti altri esempi nella Bibbia che soltanto citiamo: uno è Gedeone. Trema mentre vive l’esperienza del dialogo con l’angelo del Signore, ma poi si fortificò. In che modo?
“Allora l’Eterno si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian. Non sono io che ti mando?» (Giudici 6:14)
Altro esempio Sansone: con tutti i disastri che ha combinato, ad un certo punto ha dovuto fortificarsi in Dio per compiere gli ultimi atti, che ancora oggi ricordiamo:
“Allora Sansone invocò il SIGNORE e disse: «SIGNORE mio Dio, ti prego, ricòrdati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o Dio, perché io mi vendichi in un colpo solo dei Filistei, per la perdita dei miei due occhi». Sansone tastò le due colonne di mezzo, che sostenevano la casa; si appoggiò a esse: all’una con la destra, all’altra con la sinistra e disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!» Si curvò con tutta la sua forza e la casa crollò addosso ai prìncipi e a tutto il popolo che c’era dentro; così quelli che uccise mentre moriva furono di più di quanti ne aveva uccisi durante la sua vita.” (Giudici 16:28-30)
Fortificarsi nel Signore, è un principio che va dall’Antico al Nuovo Testamento. Paolo nella lettera agli Efesini dice: “Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.” (Efesini 6:10).
L’obiettivo dell’essere forte nel Signore è uno solo: le società cambiano, i governi cambiano, gli imperi cambiano, ma la grazia di Dio non cambierà mai.
Che cos’è Grazia? E’ mettere radici nell’opera di amore che Dio ci ha mostrato nel Suo figlio Gesù. Mettere radici in quell’amore che Dio ci ha mostrato in Cristo, morto in croce.
Tutti amiamo il Signore, ma alcune volte basta un po’ di vento e iniziamo a cadere e cedere. Penso ad una foto che ho visto, che mostrava un albero caduto a seguito del vento. Le radici erano rimaste lì e l’albero era caduto. Le radici c’erano, ma erano morte, erano sotto terra e molti cristiani sono così: sono alberi dritti, hanno le fronde, c’è un po’ di vita per dare un po’ di verde e poi cadono all’improvviso.
Perché? Si era tagliato il collegamento che c’è tra fusto e radici.
Incredibile.
Facciamo attenzione, bisogna mettere radici su quell’amore che Dio ci ha mostrato in Cristo e non sul tuo, sul mio amore, perché il mio amore mi dice se mi ami io ti amo, se non mi ami cambia strada.
Questo non è l’amore di Dio.
L’amore di Dio funziona diversamente: io ti amo anche quando tu mi odi, ti continuerò ad amare anche se tu mi giri le spalle, l’amore di Dio mi conserva libero da ira e da rancore perché l’amore di Dio non mi permette di odiarti.
E ancora. Che cos’è la Grazia?
Secondo Paolo è quell’opera trasformatrice e noi anche a questo dovremmo pensare. Mi devo fortificare in quell’opera che mi ha cambiato, ripensare a come eravamo quando Dio ci ha cambiato.
Rischiamo che per alcuni diventa solo una storia da scrivere nelle testimonianze oppure è diventato solo un racconto.
Fortificarsi nella grazia significa considerare che quello che Lui ha fatto 10 15 20 anni fa, lo può fare ancora oggi, mi può cambiare ancora oggi, mi può trasformare ancora oggi.
Paolo stava richiamando l’attenzione di Timoteo. La grazia agisce anche al presente, agisce ancora.
Chi si fortifica sviluppa tre aree della propria vita, che a Dio piacciono e che Paolo evidenzia nel testo che abbiamo letto.
Paolo parla del soldato, dell’atleta e del contadino.
Paolo prende ad esempio il soldato e dice: “Nessuno, prestando servizio come soldato, s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato.” (2 Timoteo 2:4)
La peculiarità del soldato è la fedeltà.
Poi parla dell’atleta: “Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.” (2 Timoteo 2:5)
La sua peculiarità è la disciplina.
Quindi fedeltà e disciplina.
In ultimo parla dell’agricoltore: “Il lavoratore che fatica dev’essere il primo ad avere la sua parte dei frutti” (2 Timoteo 2:6)
La peculiarità dell’agricoltore è la pazienza.
Il credente è grato al Signore e non deve lasciarsi intimidire dalle situazioni, dalle circostanze.
Paolo stava dicendo questo a Timoteo: fortificati e non lasciarti abbattere.
Uu puoi cambiare le cose: il credente che si fortifica nel Signore, non si lascia abbattere dalle circostanze, ma fa ciò che può fare.
Dobbiamo essere grati al Signore perché abbiamo tutte le indicazioni per vivere bene la vita in questo mondo ed avere poi la vita eterna.
La Grazia ancora oggi produce cambiamento e questo cambiamento ti porta essere grato a essere dedicato a fare ciò che puoi fare per il Signore, per il Suo Regno e per la Sua opera, ma liberati dal rancore e dal risentimento.
Se c’è qualcuno che stamattina ha bisogno di fortificarsi, lo invito a libera la mente, a liberarsi dalle abitudini che gli danno sicurezza, ma che non sono benedette e di lasciare spazio alla Fede.
La Fede è un’arma potente.
Preghiamo
Aiutaci Signore ad essere un albero che rimane fermo, che mette le radici profonde nella Tua opera. Lo Spirito Santo possa toccare la vita di ognuno di noi e possa scuoterci.
Rendici forte in Te, mostra i nostri lati deboli e insegnaci a lavorarci su. Gloria al tuo nome. Vogliamo ringraziarti caro padre per questa mattinata. Ti benediciamo per l’esortazione della Tua parola di fortificarci nella Tua Grazia. Grazie. Nel nome di Gesù. Amen.