Questo mese vogliamo soffermarci su qualcosa di davvero notevole, che non riusciremo a rendere in maniera esaustiva. Ma ci proviamo. Riflettiamo sulla GLORIA di Dio. Leggiamo da Isaia 48:9-11 le Parole che Dio pronuncia:
Per amore del mio nome io rinvierò la mia ira,
e per amor della mia gloria io mi freno
per non sterminarti.
Ecco, io ti ho voluto affinare, ma senza ottenere argento;
ti ho provato nel crogiuolo dell’afflizione.
Per amor di me stesso, per amor di me stesso io voglio agire;
perché infatti dovrei lasciare profanare il mio nome?
Io non darò la mia gloria a un altro.
Perché il Signore ci ama? Che cosa convince il Signore nel proseguire nell’amore verso noi stessi? Nell’amore verso un popolo così immeritevole? Dobbiamo cercare di capire chi è Dio, cosa dice, come Egli è Santo, come LUI si rivela! Abbiamo presente la gloria di Dio? La sua santità? Molto probabilmente no. Nessuno di noi sa cosa vuol dire che Egli è SANTO. Questi versetti ci raccontano dell’amore di Dio per la Sua Gloria. Perché Lui ama la Sua Gloria! E noi dovremmo fare lo stesso, in questo dovremmo imitare Dio e amare la Sua Gloria. Ma è davvero così? Ognuno di noi infatti è il più grande rivale per la Gloria di Dio, ognuno di noi è portato ad amare altro, ad adorare altro, ma non Dio. Nessuno di noi è portato naturalmente ad amare Dio, a servirLo e a seguirlo. Noi stessi siamo i nostri avversari per amare Dio, per adorare Dio, per darGli Gloria. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” ci dice la Bibbia in Romani 3:23. L’uomo naturale non onora Dio. Ma se tu non onori Dio, se tu non ami Dio, oppure se tu ami qualcosa più di Dio, allora tu stai commettendo peccato. Perché Lui ti dice di amarLo più di qualsiasi altra cosa. Perché Lui ti ama più di qualsiasi altra cosa!
E tu vivi per dare Gloria a Dio o a qualcos’altro? Forse nella nostra vita abbiamo buttato via la Gloria di Dio per adorare qualcos’altro, per la gloria verso qualcos’altro, per la gloria verso delle creature, verso delle immagini. Naturalmente siamo disposti ad amare qualcos’altro ma non Dio. Quando scambiamo la Gloria di Dio per qualcos’altro, allora noi non stiamo onorando Dio, non Lo stiamo amando e servendo. Dio infatti ha creato il mondo per la sua Gloria, ha creato ogni cosa, affinchè ogni cosa possa esaltarLo! Questi versetti ci dicono che Egli ha amore per il Suo Nome, amore per la Sua Gloria. Il Suo Nome è la rappresentazione di quello che Egli è, ma all’interno anche quello che rappresenta, tutto ciò che Dio ha fatto, tutto ciò che Dio rivela. Non è soltanto il Dio del giudizio, ma anche il Dio della salvezza, della redenzione.
Ma cosa significa che Egli ama la Sua Gloria e il Suo Nome? Forse è un egocentrico? No! Egli è il SOVRANO CREATORE DELL’UNIVERSO ma vuole donarci la gioia della salvezza, di quella redenzione che non potremmo ottenere da nessuna parte e in nessun altro modo. Allora noi dovremmo amare la Sua Gloria ed esaltarLo, dovremmo amare ciò che Lui ama ed odiare ciò che Lui odia. Noi esistiamo per la Sua Gloria, noi esistiamo per darGli Gloria, noi esistiamo perché possiamo esaltarlo. Tutto infatti esiste per la Sua Gloria, l’universo, il mondo, così come esso è, esiste per la Gloria di Dio. Tutto l’universo se è fatto così, esiste per esaltare Dio, magnificare Dio. “ I cieli raccontano la gloria di Dio” ci dice il Salmo 19, e tutto il mondo, tutto il cosmo, per quanto grande e immenso possa essere, ci dimostra quanto infinito è Dio. Egli ha creato questo mondo così che questo mondo possa esaltare Lui per come è; possa esaltare la Sua Gloria. Ma il popolo del Signore è così spesso lontano da Lui. Non prende seriamente la Sua rivelazione e gioca con la sua Santità. Quanto pericoloso e imprudente è scherzare con la Gloria di Dio; Egli è lo stesso ieri oggi e per sempre. Egli ha pensato alla grazia fin dal principio, ancora prima del nostro peccato. L’Amore di Dio viene prima del mondo. L’Amore di Dio vale più del mondo. Dio non è disposto a dare la Sua Gloria, la Gloria che gli spetta ad un altro. Se fosse il peccato, la morte, o qualsiasi altra cosa, capace di sconfiggere l’amore di Dio, allora sarebbero queste a prendersi la gloria che è dovuta a Dio. Se ognuno di noi rimanesse nei propri peccati, non sarebbe l’Amore di Dio a vincere. Se il popolo di Israele rimanesse in esilio, allora sarebbero gli dei di Babilonia a trionfare. Ma né le forze della storia, né le forze del peccato saranno capaci di sconfiggere quella che è la forza di Dio, la Gloria di Dio che si manifesta nel Suo Amore, che si manifesta nella sua Grazia sovrana e onnipotente, nel Suo ostinato Amore.
E quindi dovremmo chiederci: che cosa sostituisce la gloria di Dio nella nostra vita? Noi non possiamo salvare noi stessi, non possiamo cercare di afferrare di Dio, ma dobbiamo lasciarci afferrare da lui. Niente di quello che noi possiamo fare può salvarci, ma solo ciò che Dio può fare per noi può salvarci. E’ solo Grazia, ma dobbiamo ringraziare Dio e la Sua Gloria che la Grazia è più grande di ogni fallimento umano e che può sradicare ogni cosa, ogni peccato. Dio ci rivela questo! E noi possiamo gioire in Dio quando Lui rivela Se stesso per come è! Dio condivide il Suo TESORO con noi e non c’è nulla di paragonabile a questo. Questo è l’AMORE, ed è l’Amore che è costato tanto a Lui, la vita di Suo Figlio, per donare quella che era la Sua Gloria a noi, quello che Gli appartiene a noi affinchè anche noi potessimo vivere, non morendo nei nostri peccati, ma vivere in Lui e per Lui. E se Dio esalta Dio per la Sua Gloria, lo fa anche per la nostra gloria e la nostra gioia. Quindi noi siamo chiamati ad esaltare Dio per la nostra gioia e questa è l’unica cosa che potrà davvero soddisfarci, perché quando siamo felici in Dio allora lo stiamo glorificando e quando tu glorifichi Dio, allora tu sei felice.
Sempre nel Libro del profeta Isaia c’è un brano in cui notiamo come la Gloria di Dio sia legata alla Sua Grazia, alla redenzione, all’espiazione, al perdono. Leggiamo i primi sette versetti del capitolo sei.
Perché il profeta data la sua visione con una morte? Perché parla del peccato del re (2 Cronache 26:16 ci descrive la sua impurità, il suo cuore si era insuperbito e commise il peccato di entrare nel tempio). Siamo nel tempo in cui Israele stava vivendo qualcosa di terribile, senza più punti di riferimento, in pratica una tragedia da un punto di vista economico, politico e sociale. Ed ora il tempo della visione è nell’anno della morte del re Uzia, un re che aveva iniziato bene, un grande giovane che aveva cominciato a seguire il Signore e che era diventato re a 16 anni, poi però nella sua vita si è sviato e ha smesso di seguire Dio fino a morire malissimo, lebbroso. E lui che doveva essere la guida non è stato più capace di portare il suo popolo ad adorare il Signore, a servire il Signore perché egli stesso si allontanò ed in questo tutto il popolo si sviò, perdendo ogni punto di riferimento. Nell’anno della morte del re, il profeta riceve il conforto della visione di un Re che non può morire. Dio gli dà l’opportunità di vedere qualcosa di straordinario: il Signore seduto sopra un alto trono con i lembi del Suo mantello che riempivano tutto il tempio e sopra di Lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali e l’uno gridava all’altro dicendo: «SANTO, SANTO, SANTO è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della Sua Gloria!». E le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta. È davvero impossibile che le cose rimangano in piedi quando si manifesta Dio per come Egli è. Ed ecco che qui il profeta vede qualcosa di meraviglioso ed impareggiabile: la GLORIA DI DIO! Cosa può essere paragonabile a questa visione? Ebbene quando il profeta vede Dio e la Sua Gloria, cosa dice? Guarda se stesso e cosa ne trae? “Wow, beh allora tutto questo è stupendo ed io sto bene e sono pronto ad incontrare Dio”, dice questo Isaia? No, quando lui vede la Gloria di Dio, vede se stesso, l’orrore di se stesso e del suo popolo. Vede l’orrore del suo re, simbolo della nazione, morto lebbroso e impuro. Quindi Isaia dice “ohimè io sono perduto” e non può dire altro perché quando vede la Gloria di Dio, vede la Sua Santità e lui non può che riflettere su stesso, sulle sue mancanze, sui suoi errori e dice “ohimè sono perduto perché sono un uomo dalle labbra impure”, e voi non siete meglio di me perché, poi aggiunge, “vivo in mezzo a un popolo dalle labbra impure”.
Ognuno di noi è una persona dalle labbra impure, non c’è nessun giusto, neppure uno scrive Paolo, nessuno che si può considerare all’altezza di Dio o che può essere considerato giusto o che può permettersi il confronto con Dio o il paragone con Lui. Quando vedi Dio e lo guardi per come Egli è non puoi fare altro che dire: “ohimè io sono perduto”. Ed è vero, ognuno di noi in se stesso sarebbe perduto, ma la notizia straordinaria è che abbiamo bisogno solo di una cosa, che solo Dio ci piò dare. La vera buona notizia è la buona novella del Vangelo, cioè che Dio ci purifica perché Lui solo può donarci la vera salvezza.
La Gloria di Dio si manifesta nella Sua Grazia! Ma chi ce la rivela? Leggiamo Giovanni 12:37-41. Chi è quel Lui di cui parlò? Di chi sta parlando il profeta Isaia? Di Gesù! È vero, noi un tempo eravamo ciechi, perduti, ma ora siamo vedenti e siamo stati trovati. L’unico bisogno del genere umano è Gesù. Abbiamo bisogno di riconoscere la Sua Santità. E riconoscere la Santità di Dio significa guardare Gesù. Comprendere la Gloria di Dio e la Sua Grazia vuol dire guardare Gesù, perché quando tu vedi Gesù, tu vedi la Sua Gloria e Grazia perché Gesù è l’apogeo della Gloria e della Grazia di Dio. E allora forse anche noi diremmo: “io sono perduto, un uomo dalle labbra impure, non sono degno di te, perché tu sei santo e perché tu sei perfetto mentre io sono imperfetto e tu lo sai perché mi vedi e quando io vedo me stesso guardando te, mi vedo imperfetto”. Ma Dio ama la Sua Gloria e decide di amarci perché la Sua Gloria si riversa nella Sua Grazia. Isaia ci dice che quando tutto era perduto, il Signore lo ha purificato (Isaia 6:7, il tuo peccato è espiato). Il Signore ci purifica, paga il prezzo del nostro peccato e lo fa interamente. L’effetto immediato dell’espiazione è la riconciliazione.
Ognuno di noi adesso può riconoscere che è peccatore e può riconoscere anche che Dio nella Sua Gloria ha mandato Gesù, affinchè mostrasse la Sua Gloria al mondo e quanto immensa sia la Sua Grazia e la Sua forza nella liberazione di ognuno di noi dal proprio peccato. Conoscere Dio, significa conoscere la Sua purificazione, la Sua Grazia. Perché chi ama, perdona.
Dio ci benedica!