Dove stiamo andando? Dove stiamo conducendo la nostra vita?
Questo mese vogliamo cominciare con due domande che interrogano ciascuno di noi sul presente che viviamo e sulle scelte quotidiane che avanziamo. Riflettiamo sul perchè viviamo, che scopo ha la nostra vita, perchè Dio ci vuole qui e ora. Cosa desidera da noi?
Ritornate a me ed io ritornerò a voi, dice il Signore degli eserciti in Malachia 3:7. Queste sono Parole di Dio che ci invitano a riconsiderare il nostro modo di vivere. Ma pure sono Parole che conservano la garanzia dell’Amore infinito di Dio verso coloro che col passare del tempo si erano allontanati da Lui con ostilità. Nonostante questo Dio promette che se fossero tornati a Lui, Lui non li avrebbe rifiutati. Come potrebbe? Intendiamoci. Egli è Dio, è SANTO! Noi siamo peccatori. Sì, Lui potrebbe rifiutarci! Ma non vuole rifiutarci! La Sua mano di grazia è ancora tesa su di noi, per elargirci quelle benedizioni che solo Lui può donarci. Il Suo Amore non ha confini. Dobbiamo essere consapevoli che Dio ci desidera, ci cerca, vuole una relazione con noi. Consideriamo se stiamo dando tutta la nostra vita a Dio o se stiamo tenendo qualcosa solo per noi. Dio vuole tutto di noi. Ricordiamoci di Gesù (nostro Maestro e Salvatore), Egli diede tutto di sé al Padre, con estrema ubbidienza e umiltà, sottomettendosi al piano della giustizia divina. Egli ha dato tutto per salvare noi! Il Suo esempio è significativo della Sua dipendenza dal Padre. Così le nostre vite devono dipendere da Dio. Il nostro amore e zelo per il Signore non deve affievolirsi, non dobbiamo cedere alla paura! Dobbiamo vivere pienamente la relazione con Lui. Dio lavora sempre con noi, quando noi lavoriamo con Lui e per Lui! Guardiamo alla storia, al percorso della relazione tra Dio e Israele, all’esperienza ricevuta. Conserviamo gli esempi del passato per crescere nella consapevolezza che quel Dio cui ci affidiamo ha fatto cose grandiose e continuerà a farle. Il passato è la garanzia del presente e anche del futuro. Dio è immutabile ed eterno. Lui ha promesso che noi siamo la Sua proprietà particolare per il giorno che predispone (Malachia 3:17). Che incoraggiamento! Vivere con Dio e per Dio preparandoci in vista di quel giorno!
Durante la domenica di Pasqua, ci siamo soffermati sul capitolo 53 di Isaia che traccia la figura del Servo di Dio, del Messia, il Signore Gesù Cristo, disprezzato e trafitto a causa dei nostri peccati e per le nostre colpe. Ma è da quelle Sue piaghe che noi siamo stati guariti (Isaia 53:4,5). Egli porterà a compimento la volontà di Dio, giustificherà molti, addossandosi le loro iniquità, portando il loro peccato e intercedendo per i peccatori (Isaia 53:10-12). Ma in questa opera Dio ha riservato per Gesù un disegno di Gloria: Egli è il primo dei risorti! Giubiliamo, la Sua tomba è vuota! “Egli non è qui perchè è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva”, questo dice l’angelo alle donne che erano accorse al sepolcro di Gesù, come leggiamo in Matteo 28:6. Dopo questa notizia, ricolme di gioia, corrono a portare la lieta notizia! Gesù è vivo! Questo è anche il nostro messaggio. In quel medesimo giorno il Signore apparve a due discepoli in viaggio verso Emmaus. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro ci dice il Vangelo di Luca (24:15). Loro conoscevano Gesù da quando lo avevano visto predicare e compiere miracoli e avevano creduto in Lui. Tuttavia adesso sembra che non abbiano inteso qualche aspetto della Sua opera e siano rassegnati e delusi per la morte di Colui che speravano essere il loro liberatore. Gesù risorto e trasfigurato, che loro ancora non riconoscono, si sofferma sul fare Luce alle loro menti e al loro cuore spiegando quanto le Scritture raccontavano di Lui. Sul far della sera le loro orecchie non sono stanche e costringono Gesù a fermarsi con loro. Gesù accetta l’invito. Ed ecco che, quando spezza il pane, a tavola con loro, lo riconoscono e i loro occhi si aprono! Quale sorpresa! Quale gioia! A posteriori ripensano e si dicono l’un l’altro:”non ci ardeva forse il cuore quando Egli, lungo la via, ci parlava e ci spiegava le Scritture?”. Camminare con Gesù, ascoltare la Sua passione nell’insegnamento! Potevano ricevere una sorpresa più bella?
La Parola è insegnata da Dio, ci insegna su Dio, viene da Dio e ci conduce a Dio. Tramite Essa noi dovremmo già sapere ciò che è buono e quel che il Signore chiede da noi. Eppure talvolta ce ne dimentichiamo. Dio lo sa e non perde mai l’occasione di ricordarcelo: “O uomo, Egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?” (Michea 6:8). Questo implica tre aspetti che esemplificano bene come imitare Gesù. Praticare la giustizia, amare la misericordia (cioè amare l’amore), camminare con Dio. La pratica della giustizia si esprime nell’amore (in una misericordia non semplicemente esercitata ma amata, desiderata, ricercata con passione e impegno), ma giustizia e amore possono convivere in noi solo se camminiamo con Dio! Camminare con Dio, come Gesù. Umilmente lasciarci guidare da Lui. In questo cammino sperimenteremo la Sua Potenza per affrontare (e gioire) durante ogni prova. Non siamo soli! Gesù c’è! Ricordiamoci che Lui è con noi, non seguiamoLo da lontano, restiamoGli vicino, conoscendoLo sempre di più e sempre meglio, in una conoscenza non teorica, ma pratica. Conoscere Dio è avere una relazione con Lui!
Dio ci benedica!