Studiando i primi capitoli del Libro del profeta Isaia durante le serate di studio biblico del mercoledì sera, ci siamo accorti di come ogniqualvolta l’uomo decida di fare da sé, trascurando Dio, combini disastri. Quando le persone si sentono ricche e soddisfatte per le imprese compiute, provano la sensazione del prestigio e del lusso, della bellezza e della nobiltà, ecco che rivolgono a loro stesse il merito di quel successo. Così arrivano a ritenersi sacri e divini (come gli israeliti al tempo di Isaia), la loro propria opinione personale acquista peso e diventa più decisiva di qualsiasi altra Parola, quella Parola giusta data ai loro antenati ormai resa obsoleta dall’arrogante autosoddisfazione di indisciplinati figli. Ecco che allora quel che il Padre celeste aveva preparato, le benedizioni di cui il popolo poteva godere, sfumano nella cecità ignorante. Ecco che le Parole che Dio aveva lasciato per nostro ammaestramento perdono di senso e di significato. Ecco che si pecca senza averne la consapevolezza, ecco che quel che per Dio è peccato non è più peccato per l’uomo, perchè secondo un pensiero umano, ció che il suo esser gli ispira allora quello è giusto. Non quello che Dio dice, dunque, ma ció che l’uomo dice! Questo pensiero del “quel che senti è” ha portato Israele a capovolgersi totalmente, da popolo scelto e Santo, a popolo indegno e impuro. Dovevano restare attaccati a Dio, sono rimasti attaccati al peccato! Ecco che così la società si ribalta e collassa, le guide non sono più guide, i giudici sono scelti nella corruzione e nella superficialità. “Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene” (Isaia 5:20). Guai a decidere noi stessi cosa è bene e cosa è male! Questo fece Israele quando decise volontariamente che era lecito ignorare Dio e quanto aveva detto! Avevano dimenticato Dio, Colui che davvero sa cosa è bene e cosa è giusto. Sfidarono il Signore e solleticarono la sua collera, senza timore, trascurando che Lui è pietoso ma anche GIUSTO e SANTO, e detesta il peccato. Non riconoscendoLo, mancarono di amore per Lui, di conoscenza, di adorazione! “L’ira del Signore divampò contro il suo popolo…i cadaveri giacquero come letame in mezzo alle strade” (Isaia 5:25). Non furono per Israele anni di gioia e felicità. Aveva scelto di vivere lontano da Dio. La lezione (punizione) che il Padre aveva insegnato loro, fu durissima! Guardiamoci dal non cadere nello stesso esempio di disobbedienza. Preghiamo che il frutto che portiamo al Signore sia buono e dolce, non selvatico e puzzolente, come il popolo di Dio aveva colpevolmente prodotto (Isaia 5:2,4), consapevoli che Dio ci riserva le sue amorevoli cure da buon vignaiuolo, ma si aspetta che questa attenzione e premura verso ogni dettaglio della nostra vita, sia recepita e accolta da noi e visibile nelle nostre scelte, coscienti che le Sue benedizioni, i Suoi apprensivi gesti raffinati sono un DONO che proviene dalla Sua santità per noi e per il nostro (vero) bene, DONO che è la nostra vera forza, la nostra vera ricchezza! Nessuno si salva da solo!
Davvero possiamo dire col salmista che tutte le fonti della nostra gioia sono in Dio perchè Egli ci ha lasciato il Suo DONO migliore, la benedizione più grande: la persona e l’opera di Gesù Cristo. È Lui il nostro tesoro, la nostra ricchezza! È in Lui che risiedono le ragioni del nostro essere giusti davanti al Padre. Gesù ci rende ricchi! Gesù è anche la nostra pace! Egli è l’artefice della salvezza delle anime nostre, “dato per causa dei nostri peccati e risuscitato per compiere la nostra giustificazione” (Romani 4:25). Detto con altre parole: Gesù è stato messo a morte per i nostri falli e resuscitato per poterci rendere giusti. Noi giusti per Suo mezzo, per un Suo intervento, per la Sua grazia; non per nostre qualità, ma per le Sue qualità.
Con Gesù, Dio ci porta il Suo cuore! Egli viene incontro alle nostre debolezze (nostro il peccato ma Lui condannato al sacrificio) e come dice Paolo: Cristo morì per noi quando eravamo ancora senza forze (Romani 5:6), donandoci la vittoria. Con Cristo si vince, sempre! Nessuna controindicazione. La Sua è una medicina perfetta ed universale per il male peggiore. Il peccato. Il male dell’anima. Ma Lui è il miglior medico e in quanto tale nessuno è come Lui e non c’è nulla che Lo spaventi, nulla che non sia capace di sanare! Non c’è tenebra troppo buia per Lui! Bene lo sapeva Matteo (il quale diventerà apostolo ed evangelista) che non esita nemmeno per un istante quando Gesù lo chiama. Ed è Gesù ad andare da lui, non viceversa! Ed è Gesù che lo trova, mentre egli sta lavorando. Forse non era un buon momento, ma Gesù aveva scelto quell’istante. Dopo averlo visto, il Signore Gesù lo chiama e gli dice: “Seguimi!”. Ora Matteo avrebbe potuto usare ogni tipo di scusa per rifiutarsi e declinare la chiamata. Ma la Parola ci dice che “egli, ALZATOSI, LO SEGUÌ!” (Matteo 9:9). Non aspettò, ma rispose immediatamente e coi fatti. La chiamata di Dio è irresistibile. La sua vita cambia radicalmente, poichè Matteo lascia ogni cosa per seguire Gesù. E non torna più indietro, è un processo irreversibile. In due secondi la sua vecchia vita è preistoria! Ora è in Cristo ed è una nuova creatura!! E lo dimostra subito, organizzando un banchetto in casa sua invitando peccatori e pubblicani, amici ed ex colleghi di lavoro, i quali hanno (per molti è la prima volta) l’occasione di ascoltare l’Evangelo. Ma soprattutto possono incontrare personalmente Gesù che è lì con loro. Matteo crea la situazione per permettere alle persone di conoscere Gesù, quella persona che ha rivoluzionato la sua vita. E può rivoluzionare la vita di chiunque! Matteo sa che quelle anime han bisogno di misericordia, lui era stato uno di loro. Ma lui dimostra di conoscere il solo Medico che può curare chi sta per perire nell’eterno buio, dimostra di amare gli altri come Dio ci chiede e di portarli a Lui perchè, il vero discepolo, desidera la loro salvezza, perchè vuole che essi conoscano Gesù, che tanto si era dimostrato misericordioso con lui, pubblicano e peccatore. Gesù era lì per loro, peccatori. Gesù è qui per noi, per portarci a mezzogiorno mentre il male (ed il nostro io) ci avrebbe destinato la mezzanotte!
SCEGLI LA LUCE, ESCI DALLE TENEBRE!
SCEGLI GESÙ!