Matteo 10:1-10
In questo breve passo perché colpisce l’aspetto della chiarezza, da parte di Gesù, nel definire e circoscrivere un compito importante per i dodici apostoli che aveva appena designato, e che credo possa essere utile per tutti noi per comprendere, una volta individuati i nostri doni spirituali e i pesi di evangelizzazione che ci sentiamo in cuore, come metterli in pratica in modo tale da sfruttare al meglio tutte le nostre energie, in conformità con quanto Dio ci chiede e con il solo intento di fare avanzare la sua Parola di Verità, di essere suoi umili strumenti. Vediamo brevemente le ragioni.
Il capitolo si apre al Versetto 1 precisando fin da subito che Gesù nomina i suoi 12 apostoli dando loro un potere straordinario: quello di guarire i malati e di cacciare gli spiriti immondi; dopodiché, dai versetti 2 a 4 elenca i nomi dei dodici apostoli.
Ora, seguendo un vecchio detto umano, possiamo dire che a un grande potere corrispondono grandi responsabilità, e questo che stiamo analizzando ora è proprio un caso che calza a pennello. Perché? Perché un potere così grande affidato a degli uomini (e questo Gesù lo sa bene) accanto alle enormi potenzialità di evangelizzazione, presenta altrettanto grandi rischi legati alla carnalità dell’uomo.
Gesù ne individua primariamente due:
1- il primo è quello che vediamo ai vv. 5-6, in cui Gesù circoscrive l’ambito missionario dei discepoli. Gesù qui non sta dicendo che, se lo avessero incontrati, gli apostoli avrebbero dovuto rifiutarsi di mostrare la potenza della Parola ai non Giudei e ai Samaritani, poiché ognuno doveva essere salvato, ma in quel preciso momento le energie dovevano essere spese nel territorio circostante, in Galilea e in Giudea, perché il sovrano piano di Dio prevedeva in quel momento che i primi passi nell’avanzamento della Verità del Vangelo dovessero essere fatti lì, per poi diffondersi al mondo intero. Il primo focolaio, per usare un termine tristemente noto oggi, doveva essere in quella zona, per poi diventare virale, ma di una viralità buona, salvifica, in tutto il resto del mondo successivamente. Gli apostoli dovevano insomma evitare di diventare un fenomeno itinerante, mosso dal vento, di qua e di là senza limiti né confini, disperdendo così le proprie forze in un territorio più vasto e con meno incisività. Le forze non sarebbero state spese a dovere.
2- Il secondo rischio è quello legato al l’arricchimento personale, e lo vediamo dal v. 8 al 10: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non cercate oro, né rame: vi ho dato un potere immenso, ve l’ho dato gratuitamente per annunciare la Parola. Non fate che diventi una fonte di arricchimento personale! Non chiedete soldi per il vostro operato! Pensate a quanti ne avrebbero potuto fare, con il potere che avevano! Gesù è esplicito su questo. Il vostro operato deve essere cristallino, non deve portarvi all’arricchimento personale, ma solo al diffondere la Parola di salvezza. L’unica offerta che potete accettare è quella legata al sostentamento personale (v. 10): l’operaio è degno del suo nutrimento. Non portatevi due tuniche, non portate calzari di scorta. Andate, annunciate la mia Parola e sappiate che, per fede, dalle persone otterrete tutto ciò di cui avrete bisogno per il vostro sostegno materiale.
Questo passo contiene degli insegnamenti importanti: innanzitutto ci ricorda quanto sia necessario umiliarci davanti a Dio; estromettiamo dalla nostra azione evangelistica non solo qualunque desiderio di arricchimento materiale, ma anche tutto l’orgoglio, quella vanagloria che ci può far pensare che siamo più bravi degli altri per via del nostro servizio: “chi si vanta, si vanti nel Signore” (2Corinzi 10:17). A Lui solo deve andare il merito, noi dobbiamo solo servire.
Oltre a questo, abbiamo visto come sia necessario circoscrivere il nostro ambito di lavoro, per quanto questo possa essere a volte doloroso. In che senso? Se sentiamo un peso per una persona, o per una categoria di persone, per un tipo particolare di servizio che ci deve portare ad annunciare la Parola di Dio, e sentiamo, in preghiera, che Dio ci conferma che è necessario agire in questo ambito, occorre concentrare lì il nostro sforzo, e saper discernere quindi in quale proporzione impiegare a questo scopo le nostre energie evitando di disperderle in mille rivoli che ci rendono magari sì presenti in tanti ambiti, ma con poca efficacia, perché non siamo più guidati dallo Spirito nel nostro affanno di fare tutto.
Perché ho detto che può essere doloroso? Beh, riflettiamoci un attimo: quante volte abbiamo sentito dire verso fratelli e sorelle che sono stati chiamati a svolgere un lavoro missionario dall’altra parte del mondo frasi del tipo “Ma perché ve ne andate fino a là? C’è tanto bisogno qui!”, oppure “Vai a evangelizzare in Africa ma magari qui il tuo vicino di casa non conosce il Signore”.
Vero, dal punto di vista pratico è sicuramente vero: tuttavia, questo è un ragionamento che si potrebbe fare nel reparto logistico di un’azienda, non nel servizio missionario. Se una sorella o un fratello sentono chiaramente da parte di Dio la chiamata a servire dall’altra parte del mondo, è giusto che, in obbedienza a ciò che sentono, vi si conformino, anche se magari questo potrebbe voler dire, temporaneamente, non evangelizzare il vicino di casa.
Allo stesso tempo non è necessario pensare che evangelizzare in posti a rischio, o in realtà povere e lontane da noi debba avere più valore del servizio svolto nella propria città, o in una realtà comunque vicina a noi, magari, appunto, proprio nel nostro condominio!
Ogni persona è chiamata da Dio a mettersi in gioco, a uscire dalla propria zona di comfort, conformemente alla propria chiamata, e a servirlo di convenienza, qualcuno a 10.000 km di distanza da casa, qualcun altro nel proprio quartiere. Si tratta di ascoltare, comprendere e agire di conseguenza, senza pensare, per orgoglio, appunto, che qualcuno sia poi bravo di un altro, perché l’obiettivo, unico e comune di tutta la chiesa universale, è quello di portare la Parola di Dio, fino alle estremità della Terra, di renderla pervasiva in ogni angolo.
Gli apostoli, con i doni che avevano ricevuto, avrebbero potuto fare scalpore ovunque, ma non era quello il momento: Gesù li chiamò a servire umilmente nel loro territorio. Essi così fecero, e la Parola, conformemente a quanto Dio aveva stabilito, anche grazie al loro lavoro, si diffuse poi a macchia d’olio in tutto il mondo.
Possa questo esserci di aiuto e insegnamento, e grazie al Signore per tutto ciò.